Come ridurre i disturbi scegliendo i cibi giusti
L’intolleranza al Lattosio è ormai un disturbo molto diffuso nella nostra Popolazione.
Tuttavia i dati non dovrebbero stupirci: se guardiamo l’uomo come “animale”, è l’unico ad assumere il Latte anche da Adulto ed è anche l’animale che allatta per più tempo.
Il latte non era un alimento che compariva nella dieta dell’adulto nell’uomo primitivo, ma la nostra alimentazione è profondamente cambiata nel corso dell’evoluzione e, ad oggi, ci sono molti tolleranti al Lattosio tra gli adulti.
L’intolleranza nasce dal deficit di Lattasi, l’enzima deputato alla scissione del Lattosio, ovvero lo zucchero del Latte, in Galattosio più Glucosio.
La carenza dell’enzima causa una persistenza dello Zucchero nell’Intestino, che non potendo essere correttamente digerito viene attaccato dalla Flora batterica Intestinale, causando fenomeni di fermentazione e produzione di Gas.
Attualmente per la corretta diagnosi di Intolleranza al Lattosio e deficit dell’enzima, si utilizza il Breath test, che va a quantificare l’emissione di gas nel respiro esalato dall’individuo, che ha assunto quantità di Lattosio ben definite.
Il test richiede dalle 2 alle 3 ore ed è molto specifico.
Non confondiamo l’intolleranza al lattosio con l’allergia alle proteine del Latte, che può causare anche shock anafilattico.
I sintomi che sono alla base del disturbo vanno dal gonfiore alla flatulenza, dolori addominali, diarrea e vomito e possono insorgere anche 30 minuti dopo l’ingestione.
Per ridurre la sintomatologia, bisogna eliminare il Lattosio dalla dieta e dunque rinunciare al latte, eccetto quello senza lattosio, ai latticini, eccetto il grana e il parmigiano reggiano.
Lo yogurt invece può essere mantenuto, ma va eliminato nei soggetti particolarmente sensibili.
Attenzione alle verdure: broccoli, funghi, cipolle, pere, patate e spinaci lo contengono, anche se in traccia e ovviamente il contenuto aumenta nelle preparazioni gastronomiche come i soufflè o gli sformati. Leggi sempre le etichette e nel dubbio chiedi al ristoratore!
Attenzione poi alle carni e agli insaccati: il prosciutto cotto e quello crudo, la bresaola e la fesa di tacchino possono contenerlo ed è quindi preferibile leggere l’etichetta per esserne sicuri. Il lattosio è poi presente, in piccole quantità, nel pollo e nel tacchino, nel vitello e nel manzo.
Tutti i prodotti industriali, già pronti, come zuppe e risotti in busta, pane in cassetta, hamburger, patatine fritte, ecc. lo contengono.
E’ preferibile ridurre anche e soprattutto questi cibi.
I limiti di tolleranza variano poi da individuo ad individuo, per cui prima di eliminare definitivamente tutti gli alimenti che lo contengono, cerca di conoscere il livello di sensibilità oltre il quale iniziano a comparire i primi sintomi.
Puoi fare questo attraverso un diario alimentare oppure appuntando in un quaderno i sintomi che hai manifestato e i cibi che avevi assunto. Solo così
potrai conoscere la tua sensibilità.
Autore: Dr.ssa Rosa G. Pinizzotto Biologa Nutrizionista
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