La carne ha ormai perso il suo ruolo primario di alimento indispensabile.
Se andiamo a studiare la piramide alimentare della dieta mediterranea, scopriremo con grande sorpresa di qualcuno, che la carne rossa si trova in cima e che il suo consumo deve limitarsi ad una o al massimo due volte al mese!
Tuttavia tra i due tipi di carne esistono alcune differenze che non si rilevano direttamente nella digeribilità, ma bensì sulla qualità dei nutrienti: la carne rossa è più ricca in Ferro e in emoglobina, molto importanti nella prevenzione delle anemie, mentre la carne bianca scarseggia in questi elementi ed avendo anche una minore sapidità influisce in misura minore sulla funzione digestiva. La carne rossa contiene proteine di alto valore biologico, cioè costituite da aminoacidi che non siamo in grado di sintetizzare; da questo punto di vista la carne bianca è meno pregiata.
In proporzione le carni bianche sono anche più povere di albumina e più ricche di gelatina, ma contengono meno grasso e pertanto sono più indicate al consumo settimanale: ad esempio il petto di pollo è molto povero di grasso e pertanto viene consumato frequentemente dalla popolazione di italiani che seguono una dieta completa di tutta la variabilità di alimenti.
C’è da fare solo una riflessione: non esiste più il pollo ruspante di una volta, che corre nei campi ed è allevato a contatto con la natura. Oggi purtroppo l’allevamento si effettua con mangimi spesso molto ricchi in antibiotici non certamente utili e indispesabili per la nostra salute, pertanto se è vero che la carne bianca è più povera in grassi, non siamo certo sicuri di ciò che la compone e pertanto il mio consiglio è sempre quello di ridurre il consumo di carne rossa ad una frequenza mensile, limitare a una o due volte alla settimana il consumo di carne bianca e scegliere anche i legumi, fonte di origine vegetale di proteine e minerali.
Autore: Dr.ssa Rosa G. Pinizzotto Biologa Nutrizionista
Per eventuali richieste di appuntamento contatta la dottoressa al numero 333.4415314